venerdì 11 settembre 2009

Il fascino del proibito


A causa di esperienze altrui, osservate dall'esterno, sono venuta alla conclusione che più ci proibiscono di fare qualcosa, più veniamo rifiutati, più insistiamo nel voler trasgredire o nel voler conquistare. Mettiamo il caso che due persone si lascino, una delle due viene rifiutata, quest'ultima, fino a quando non avrà raggiunto il suo obbiettivo di riconquista, non sarà soddisfatta e potrà vedere la fine della relazione soltanto quando il\la partner avrà finalmente trovato il\la nuovo\a compagno\a. Lo stesso accade per altre ragioni, supponiamo di voler andare a una festa e un genitore ci proibisce di farlo, faremo di tutto per fargli cambiare idea e se la nostra sopportazione arriva a un certo livello potremmo scoppiare, al punto di scappare di casa per andare alla festa. Ugualmente succede per i bambini, supponiamo che un bambino non giochi mai con un giocattolo, dal momento in cui gli portano via il giocattolo è come se fosse stato il suo preferito da sempre, si metterà a piangere fino a quando non glielo ridaranno, per il semplice fatto di averlo, perchè lo stavano portando via dai suoi occhi. E' come se fossimo attratti dal proibito, ci rifiutano e inseguiamo quella persona, ci vietano qualcosa e trasgrediamo fino infondo, ci portano via qualcosa e la rivogliamo a tutti i costi. Qualsiasi cosa che potrebbe non interessarci, dal momento in cui ci viene vietata o portata via, è come se diventasse un obbiettivo di vita, dobbiamo raggiungerla a tutti i costi. "Proibirci alcunché vuol dire farcene venire voglia" Michel Eyquem de Montaigne.

lunedì 7 settembre 2009

Parziale conoscenza della propria essenza


Siediti, in un posto lontano, isolato, pensa, quanto conosci te stesso\a? Hai mai avuto occasione di esplorare te stesso\a profondamente? Metterti alla prova, osservare fino a che punto possono arrivare i tuoi comportamenti, ragionamenti; conosci i tuoi limiti? Sai cosa saresti disposto\a a fare per raggiungere un obbiettivo? Ma chi infondo conosce veramente se stesso? A causa della continua crescita durante la nostra vita, cambiamo tutto ciò che ci compone e senza una completa conoscenza del nostro io, non possiamo anticipare le nostre mosse. Mettiamo il caso che durante una discussione, due persone litighino, se veramente si conoscessero approfonditamente, saprebbero come capovolgere la situazione evitando di avere un litigio, saprebbero controllare il proprio corpo e la propria personalità, nessuno dei due accenderebbe il fuoco. Forse è per questo che non sappiamo evitare certe situazioni, perchè non conoscendo completamente la nostra persona, perdiamo il controllo delle azioni. Ma come potremmo mai conoscerci a fondo, se il cambiamento sarà continuo? Potremmo conoscerci per alcuni periodi della vita, ma mai completamente e in modo definitivo. Nel frattempo continua a dondolarti, a pensare, a navigare nelle tue acque, aspetta l'illuminazione, prima o poi qualcosa verrà a galla, nascerà ciò che è più nascosto dentro di te, anche se in parte non smettere di cercare te stesso\a, qualsiasi cosa scoprirai sarà un pezzo del tuo puzzle, è fondamentale, senza tutti i pezzi, non può essere completato. "Per gli uomini non esiste nessunissimo dovere, tranne uno, cercare se stessi, consolidarsi in sé, procedere a tentativi per la propria via ovunque essa conduca. Ciò mi scosse profondamente e questo fu il risultato di queste esperienze: "molte volte avevo fantasticato sul mio futuro, avevo sognato ruoli che mi potevano essere destinati, poeta o profeta o pittore o qualcosa di simile". Niente di tutto ciò. Né io ero qui per fare il poeta, per predicare o dipingere, non ero qui per questo. Tutto ciò è secondario. La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi" Hermann Hesse (Demian).