Da “Contro Facebook” di Tom Hodgkinson, The Guardian. Tr. Internazionale 29 febbraio ’08.
Mi sento solo nella mia battaglia. Facebook ha 59 milioni di utenti, Cinquantanove milioni di coglioni che hanno fornito dati anagrafici e preferenze d’acquisto ad un’azienda di cui non sanno niente. Ogni settimana si iscrivono al sito due milioni di persone: tra un anno Facebook avrà più di duecento milioni di utenti, se andrà avanti a questo ritmo. Ma il tasso di crescita è destinato ad accelerare.
Anche se il progetto è nato da un’idea di Mark Zuckerberg, il vero volto di Facebook è quello di Peter Thiel, investitore e filosofo futurista della Silicon Valley. Nel consiglio d’amministrazione di Facebook siedono solo tre persone: Thiel, Zuckerberg e Jim Breyer.
Nella silicon Valley molti considerano Thiel un genio libertario. E’ il fondatore e amministratore delegato di Paypal, che eBay ha comprato per 1,5 miliardi di dollari (a Thiel sono andati 55 milioni). Gestisce anche un hedge fund da tre miliardi di dollari, il Clarium Capital Management, e la società di venture capital Founders Fund. … Thiel ha fatto i soldi scommettendo sull’impennata dei prezzi del petrolio e sull’indebolimento del dollaro. Fortune ha ribattezzato lui e i suoi ricchi soci “the Paypal mafia”.
Thiel non è soltanto un capitalista abile e avido. E’ anche un filosofo futurista e neocon. Si è laureato in filosofia a Stanford e ha scritto a quattro mani The diversity mith, un libro che attacca l’ideologia libera e multiculturale della sua ex università. La tesi di fondo è che la cosiddetta “società multiculturale” porta ad una riduzione delle libertà individuali. Thiel è membro di Thevanguard.org, un gruppo neocon nato per contrastare Moveon.org, un’associazione progressista attiva sul web.
Ci si può fare un’idea più precisa della sua visione del mondo leggendo questo testo pubblicato sul sito: “Thevanguard.org è una comunità di americani convinti che i valori conservatori, il libero mercato ed un governo con funzioni ridotte al minimo siano i mezzi migliori per dare speranza e offrire opportunità a tutti, soprattutto ai più poveri”. L’obiettivo è “cambiare l’America e il mondo”. Thevanguard.org descrive la sua linea politica come “reaganiana/tatcheriana”. Così recita il messaggio di Martin sul sito: “Daremo a Moveon.org, a Hillary Clinton e ai mezzi di informazione di sinistra una lezione che neanche s’immaginano”.
Tra i più recenti finanziatori di Facebook c’è la Greylock Venture Capital, che ha investito 27,5 milioni di dollari. Uno dei suoi soci è Howard Cox. Cox è membro del consiglio di amministrazione di In-Q-Tel, il ramo della Cia che, come spiega il sito web dell’organizzazione, “individua e sostiene le imprese tecnologiche che sviluppano soluzioni utili a tutta la comunità dell’intelligence statunitense”.
Anche se non vi convince l’idea che Facebook sia un incrocio tra un’appendice del programma imperialista americano e un gigantesco strumento di raccolta di informazioni, non si può negare che dal punto di vista imprenditoriale sia un colpo di genio.
I creatori del sito non devono fare quasi niente. Se ne restano seduti mentre milioni di “Facebook-dipendenti” caricano spontaneamente dati anagrafici, fotografie e liste dei prodotti preferiti. Dopo aver costruito questo immenso database di esseri umani, Facebook non deve far altro che rivendere le informazioni agli inserzionisti.
E poi, cari utenti, avete letto la dichiarazione del sito sulla riservatezza dei dati? In sostana vi dice che la privacy non esiste. Facebook si dichiara a favore della libertà ma in realtà somiglia a un regime totalitario, virtuale e ideologicamente orientato…